I was really impressed by the beauty and complexity of this book, I had already read years ago a Lagerlof's work "Jerusalem", which left me positive surprised.In this work we find ourselves discovering the life of Gosta, a protestant pastor forced to leave his church caused of his habit to drink, thus ending up begging to survive...The fact that he cheated a little girl by stealing her sack of flour will lead him little by little to despair, but our Lagerlof will give her character a strange gift of conversion and rehabilitation.With the entry into the story of the character of the Mistress of Ekeby, who will make a covenant with Gosta, to honor the little girl to whom she will give protection and formation, Gosta must enter the circle of the Knights of Ekeby.It is very difficult to tell you the exact plot, the work is built as an ancient saga , perhaps more like a mixture of myth and allegorical fairy tale with the presence of many short chapters with different stories but all with the theme of knights and the Mistress of Ekeby.Gosta and his circle of knights, men devoted to drinking and enjoying life, able to confuse good with evil, to betray, to entice a thousand women but also to forgive...It is very difficult to arrive at a clear link on the meaning of this work. While I was going through the pages I remembered Paul’s biblical phrase in the letter to the Romans "And we know that in all things God works for the good of those who love him, who have been called according to his purpose" and well Saint Augustine said " even sins!" in order to complete Paul's phrase!!In this saga God is ever present, never concealed,. but often forgotten in the face of iniquities to trade for a greater good.Will this also be the message? Even the pain, the evil, the more troubled life hides in its deepest depths the cry of eternal salvation? And that’s how she closes the saga with Gosta that leaves his company of knights.Sono rimasta veramente colpita dalla bellezza e dalla complessità di questo libro, avevo già letto anni fa un libro della Lagerlof, "Jerusalem", che mi lasciò molto sorpresa.In questa opera ci troviamo a scoprire la vita di Gosta, pastore protestante costretto a lasciare la sua chiesa a causa del suo vizio al bere, finendo così a chiedere l' elemosina per poter sopravvivere.L'aver truffato una bimba rubandogli il suo sacco di farina, porterà Gosta alla disperazione, ma la nostra Lagerlof donerà al suo personaggio uno dono strano di conversione e riabilitazione.Con l' entrata nel racconto del personaggio della Maggioressa di Ekeby, che stringerà un patto con Gosta, per onorare la piccola bambina a cui donerà la protezione e formazione sino alla maggiore età, Gosta dovrà entrare nel circolo dei Cavalieri di Ekeby. E' difficilissimo raccontarvi poi l' esatta trama, il libro è costruito come una saga antica , forse più come un intreccio di mito e fiaba allegorica., con la presenza di molti corti capitoli a se stanti ma tutti aventi come tema i cavalieri e la maggioressa di Ekeby. Gosta e la sua masnada di cavalieri, uomini devoti al bere e a godersi la vita, capaci di confondere il bene con il male, a tradire, a irretire mille donne ma anche a perdonarsi.Difficilissimo è arrivare a un nesso chiaro sul significato di questo lavoro, mentre scorrevo le pagine mi veniva in mente la frase biblica di Paolo nella lettera ai Romani " Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio " ; qui un Dio sempre presente, mai celato ma spesso dimenticato di fronte alle iniquità scambiare per un bene più grande.Sarà anche questo il messaggio? anche il dolore, il male, la vita più travagliata nasconde nel suo piu' profondo intimo il grido di salvezza eterna? Ed è proprio così che chiude la saga con Gosta che lascia la sua compagnia di cavalieri.